TESSERE

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Giustino Caposciutti torna ad esporre nella nostra città presso la Galleria d’arte di Danielle Villicana con una sintesi retrospettiva  delle opere rappresentative dei suoi principali cicli produttivi e successivamente lo vedremo impegnato in un’azione performativa che da molto tempo rappresenta il lato più riconosciuto della sua produzione artistica, questa avrà luogo nelle sale di palazzo Gozzari con il titolo “TESSEREAREZZO” e mirata a coinvolgere gli artisti aretini..

Egli nasce ad Arezzo, ma ancora giovane si trasferisce nella Torino degli anni 60 del secolo scorso, quando la città è in pieno fermento di energie innovative, dibattiti e grandi manifestazioni operaie e studentesche, alle quali non potevano rimanere insensibili gli artisti più avvertiti che anzi, ne furono coinvolti così tanto che spesso ne divennero i soggetti ispiratori.

In questa atmosfera particolare  si distinse il gruppo dell’”Arte Povera“, che superate da tempo le contaminazioni di quella sorta di realismo capitalista che fu la Pop Art, sperimentò inediti linguaggi espressivi i cui effetti sono tuttora in corso.

E’ in questo contesto estremamente fluido che Giustino si trova a vivere ed operare, perciò pur essendo già un affermato pittore piuttosto tradizionale ben presto compie la svolta decisiva verso nuovi orizzonti stilistici atti a dare un nuovo senso al suo lavoro e quindi capaci di rispondere alle sue convinzioni più intime e profonde.

Occorre precisare che fin dall’inizio del suo trasferimento in questa città egli manifesta grande sensibilità e vocazioni educative, oltre che una spiccata attitudine per le arti visive, da qui il suo inserimento occupazionale in un grande centro per disabili psichici situato nel quartiere delle Vallette nella periferia torinese che gli permetterà di stabilire un’inscindibile connessione fra questi due elementi fondativi della sua personalità e che in breve tempo lo convinceranno ad aprire nel centro stesso, e per la prima volta in Italia, un laboratorio d’arte da cui prenderà le mosse l’evoluzione successiva verso quella che lui stesso chiamerà “Arte Partecipata” una scelta radicale simile a quella compiuta in quel tempo da Piero Gilardi, Pasquale Campanella e altri importanti artisti.

Sotto questa inconfondibile connotazione stilistica si esibirà in numerosissimi eventi espositivi e performativi successivi dei quali qui possiamo riportare solo qualche esempio come quello iniziale  del 1993 presso la Galleria Arx di Torino o quello memorabile eseguito in occasione della prima edizione di Artissima nel 1994 e poi lo dobbiamo ricordare, sempre nello stesso anno, in piazza San Michele di Arezzo per proseguire poi con l’intervento a Chieri nel 2008, molto importante perché segna il passaggio evolutivo da FiloArX, opere fatte con fili,  a Tessere …  con opere fatte a strisce dipinte da circa 100 persone unitamente al coinvolgimento diretto o indiretto di tutta la cittadinanza.

Come ultimo e validissimo esempio si deve ricordare quello molto importante del 2012, sempre a Torino, con “TESSEREXESSERE” un intervento fra i più riusciti ed ispirato chiaramente all’operazione compiuta da Gino De Dominicis durante la Biennale veneziana del 1972.

Qui il nostro artista va oltre impersonando compiutamente quello spirito missionario di artista/educatore; infatti ora a differenza di quanto sopra, l’oggetto dell’opera non è più un essere umano con disagio, passivo e disponibile per l’autore, seppur a scopo di denuncia e sensibilizzazione sociale, ma con coerenza ed impegno il nostro,  riesce a rendere i portatori di disagio stessi stessi protagonisti attivi dell’evento performativo dimostrando così che anche in arte ci sono sempre nuovi territori da esplorare e conoscere.

In altri casi promuove grandi performance collettive in cui riesce a coinvolgere anche migliaia di partecipanti invitandoli a imprimere sulla tela il proprio segno identitario superando decisamente il persistente dualismo artista/spettatore,  quindi compie un’ideale operazione che vede messi in crisi il tradizionale concetto di autorialità ma per vederlo poi risorgere contestualmente fuori di sé mediante l’attivazione di quelle energie creative più autentiche e personali, azzerando così tutte quelle gerarchie e attributi più o meno artificiosi e di matrice commerciale.

E per finire vedremo rappresentato l’ultimo passaggio che da TESSERE … ci conduce alla BioSìArt fondata sul rapporto Arte/Scienza.

Igino Materazzi – Arezzo aprile 2016

 


                                                                                                                                                     ... Giustino Caposciutti 2018 ...